
Primo Levi
27 Gennaio 2025La Memoria Come Vaccino Contro l’Odio
Ogni 27 gennaio, il mondo si ferma per riflettere sull’abisso dell’Olocausto e per rinnovare l’impegno a non dimenticare. È una giornata che, più di ogni altra, ci chiama a fare i conti con la nostra coscienza collettiva. In questo contesto, il ricordo di Primo Levi diventa una bussola morale imprescindibile.
Primo Levi non è stato solo uno scrittore: è stato un testimone. Sopravvissuto ad Auschwitz, Levi ha saputo tradurre l’indicibile in parole, rendendo comprensibile la tragedia del Lager anche a chi non l’ha vissuta. La sua opera più celebre, Se questo è un uomo, non è solo un libro, ma un monito. Levi non si limita a raccontare gli orrori del campo; ci costringe a interrogarci su cosa significa essere umani.
La forza di Primo Levi risiede nella lucidità del suo pensiero. Non c’è odio nelle sue parole, né vendetta: c’è analisi, c’è comprensione, c’è l’invito a vigilare affinché ciò che è stato non accada mai più. Levi ci mette in guardia contro i meccanismi della disumanizzazione: il linguaggio dell’odio, la progressiva erosione dei diritti, l’indifferenza di fronte all’ingiustizia.
Oggi, il messaggio di Levi è più attuale che mai. In un’epoca in cui i rigurgiti dell’estrema destra trovano nuove vesti e legittimazioni, e in cui la memoria rischia di diventare un ricordo sbiadito, è nostro dovere rinnovare l’impegno per una società più giusta e solidale. Ricordare non basta: dobbiamo agire.
La Giornata della Memoria non è solo un’occasione per guardare al passato, ma un invito a costruire il futuro. Un futuro in cui la diversità sia una ricchezza e in cui nessuno sia lasciato indietro. Primo Levi ci ha lasciato un compito: coltivare la memoria come vaccino contro l’odio, come antidoto all’indifferenza.