
Altro che trentennio: a Magenta basta un mandato per cancellare tutto
10 Maggio 2025(Quando un sindaco sogna 30 anni di potere ma dimentica cosa significhi amministrare davvero)
«Se questa è la sinistra, vinceremo per trent’anni».
Così titola Altomilanese riportando l’uscita trionfale del sindaco Del Gobbo.
Una frase che dice molto più di quanto sembri: dice che per qualcuno la città è diventata (davvero) una partita di calcio. Che c’è chi vince e chi perde. Chi sta sugli spalti e chi in panchina.
Peccato che qui non si giochi.
L’amministrazione di una città non è una sfida sportiva, non è il derby del Ticino.
È un lavoro, quotidiano e silenzioso, che dovrebbe servire tutti i cittadini, non solo quelli che ti votano o ti applaudono.
Caro sindaco, in due anni e mezzo le è già riuscito il miracolo di non lasciare traccia.
Se il buongiorno si vede dal mattino, con altri due e mezzo ce la farà a cancellare pure quella poca che resta. Tranquillo, non le servono 30 anni: con questo ritmo Magenta la riduce a un francobollo in anticipo.
Ma capiamo: il potere dà alla testa. E quando uno sogna il trentennio, finisce per costruirsi intorno un teatrino degno di un romanzo distopico.
A Magenta abbiamo già il culto della personalità, le commemorazioni autocelebrative, e persino l’autoritarismo mascherato da burocrazia.
Altro che ventennio, qui si punta al trentennio dell’autoreferenzialità.
E intanto Magenta sprofonda !
Non nella crisi — ci siamo già — ma nell’inerzia, nella noia, nella paralisi.
Sindaco, prima di sognare 30 anni, magari provi a concludere questi 5 senza farci tornare al Medioevo (visto che con il Rinascimento ha già fallito!).
Perché alla fine, ciò che resta è il modo in cui si governa
E il suo modo di governare è diventato lampante: non come sindaco di tutti, ma come capo di una parte.
Un esempio su tutti: quando un consigliere comunale le chiede di partecipare da remoto al consiglio comunale, lei gli chiude la porta in faccia.
Nessuna apertura, nessuna sensibilità, nessuna democrazia.
Cosa ben diversa invece se le riunioni sono solo per la “sala VIP” sono solo per la “Giunta” allora li si può…allora si fa!
E allora le domandiamo…
È questa la sua idea di democrazia?
È questo che significa essere “il sindaco di tutti”?
No, questo significa vivere il ruolo di amministratore come un’occasione per annullare gli altri.
Per trasformare il confronto in silenzio. L’opposizione in fastidio. Le proposte altrui in minacce.
Ma la politica non è ridurre tutto al “noi contro loro”
La politica è occuparsi, seriamente, della città.
E a vincere o perdere, caro sindaco, non è la sinistra o la destra….È Magenta.
Sono i suoi cittadini. Sono le famiglie che vivono in un luogo che meriterebbe idee, progetti, ascolto.
Non slogan. Non trentennali sogni di dominio.