
Bibbiano: quando la destra scappa dalle sue bugie
14 Maggio 2025Ricordate Bibbiano?
Certo che sì. Ce lo hanno urlato in faccia per mesi, tra comizi e hashtag, come fosse l’epicentro del male, lo stigma da appiccicare a chiunque osasse dissentire. “Parlateci di Bibbiano!” gridavano Giorgia Meloni e Matteo Salvini, sfoggiando indignazione a comando e volti prestampati del dolore altrui. Sul palco, a rendere ancora più teatrale quella narrazione tossica, saliva anche Maricetta Tirrito, la “madre coraggiosa” che, secondo la destra, era stata vittima del sistema dei servizi sociali.
Peccato che non fosse di Bibbiano. E, ancor peggio, che la bambina di cui parlava non fosse nemmeno sua figlia.
Oggi, di Bibbiano, parliamone pure
Perché è proprio la signora Tirrito a finire al centro di una vicenda giudiziaria ben più reale di quella che la destra costruì a tavolino: è stata condannata a 8 anni di carcere per autoriciclaggio, circonvenzione d’incapace, falso e abuso edilizio. Un curriculum da incubo. La sentenza parla di un “collaudato sistema di spoliazione” ai danni di anziani malati, ospiti della sua RSA abusiva. Non solo finta vittima, ma vera carnefice.
Nel silenzio imbarazzato di chi l’ha esaltata come simbolo, restano le foto. Quelle con Salvini e Meloni, sorridenti accanto a una truffatrice. Resteranno a futura memoria, testimonianza dell’ipocrisia di una certa politica che usa il dolore, finge compassione e poi fugge davanti alla verità.
A Bibbiano non si sono più fatti vedere
Avevano promesso che sarebbero rimasti fino alla fine. Ma la fine è arrivata, e con essa anche il conto salato dell’infamia. E ora? Ora nessuno grida più “Parlateci di Bibbiano”, perché quel nome rischia di ricordare non lo scandalo che volevano strumentalizzare, ma lo scandalo che hanno alimentato loro.
E allora sì, parliamone di Bibbiano. Ma questa volta senza slogan, senza menzogne, senza “madri coraggio” fasulle e politici in cerca di selfie.
Parliamone come si dovrebbe sempre fare con la verità: a voce alta e senza vergogna.
Peccato che di voce, ora, non ne abbiano più.