Funzioneranno, diceva, LEI!
26 Giugno 2025E invece? Soldi buttati, diritti calpestati e Cassazione che sbugiarda la propaganda di Giorgia Meloni
Funzioneranno. Lo aveva detto con tono sicuro, Giorgia Meloni, mostrando le immagini del centro per migranti in Albania come fosse il nuovo gioiello della politica migratoria italiana. Ma la realtà, ancora una volta, ha presentato il conto. Salato.
La Corte di Cassazione ha infatti demolito, con una sentenza pesantissima, l’intero impianto del Protocollo Italia-Albania. Quel patto, tanto sbandierato dalla premier come il baluardo contro l’“invasione” (immaginaria) dei migranti, è stato dichiarato in contrasto con la Direttiva rimpatri dell’Unione Europea. In particolare, la Cassazione ha sottolineato che uno Stato membro non può decidere arbitrariamente di deportare cittadini stranieri in un Paese terzo, violando così una lunga serie di articoli fondamentali della normativa europea: 3, 6, 8, 15 e 16. In pratica, quasi tutta la Direttiva.
L’operazione albanese si fondava su una logica tanto semplice quanto pericolosa: allontanare fisicamente i migranti dai confini dell’UE per renderli invisibili, annullare i loro diritti fondamentali e vendere all’opinione pubblica una pseudo-vittoria propagandistica. Ma i giudici hanno detto basta: il diritto europeo non è carta straccia, e nemmeno lo è la dignità delle persone in attesa di espulsione o di una decisione sulla loro richiesta d’asilo.
Una sberla istituzionale (e meritata)
La sentenza è una sberla istituzionale a chi, come Meloni, pensa di poter trasformare il governo in uno studio pubblicitario. A suon di slogan come “blocco navale”, “decreti Cutro” e ora “centri in Albania”, la destra ha provato a costruire consenso sulla pelle dei più deboli, nell’indifferenza totale verso principi basilari dello Stato di diritto.
Ma la propaganda, come sempre, ha un prezzo. E a pagarlo non sarà solo il governo in termini politici, ma tutti noi in termini economici: milioni di euro già stanziati per costruire e gestire centri di trattenimento che ora rischiano di essere inutilizzabili, perché illegali. Una farsa costosa, sulla quale nessuno, ovviamente, si prenderà la briga di fare autocritica.
Diritto, non deterrenza
La Cassazione ha anche avuto il coraggio di chiamare le cose col proprio nome: l’intera architettura del protocollo albanese serve solo a fini politici, cioè al fantomatico “effetto deterrente” contro le partenze. Ma il diritto internazionale, e quello europeo, non funziona su base intimidatoria: non si possono usare i diritti umani come leva per spot elettorali.
E adesso? Adesso si attende il giudizio della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, a cui i giudici italiani hanno rinviato la questione. Ma il messaggio è già forte e chiaro: non esiste scorciatoia propagandistica che tenga, se viola principi fondanti dell’ordinamento giuridico europeo.
Il bilancio? Un fallimento totale
In sintesi: un progetto incostituzionale, antieuropeo, dispendioso e moralmente indecente. Giorgia Meloni prometteva soluzioni. Ha prodotto spreco, confusione giuridica e un’altra figuraccia internazionale. E ora, a chi chiederà conto di questo ennesimo buco nell’acqua?