Il blu della Madonna e le tribù d’Israele: Tajani, Lollobrigida e il Festival della Fuffa

Il blu della Madonna e le tribù d’Israele: Tajani, Lollobrigida e il Festival della Fuffa

30 Giugno 2025 0 Di admin

Parte I – L’Europa non è un santino: l’emblema tra storia, laicità e futuro

La bandiera europea, con il suo fondo blu e le dodici stelle dorate, è stata adottata nel 1955 dal Consiglio d’Europa e poi fatta propria dall’Unione Europea. È un simbolo di unità, armonia e identità comune tra i popoli europei. Le dodici stelle non rappresentano i membri dell’UE (che non sono mai stati dodici), né richiamano una qualche gerarchia spirituale: dodici è un numero classico di perfezione, completezza. Il blu, poi, è semplicemente un colore istituzionale, scelto per la sua neutralità e solennità.

Attribuire a questo emblema significati religiosi, come ha fatto recentemente il ministro degli Esteri Antonio Tajani, dicendo che il blu è “come il manto della Madonna” e le stelle “come le tribù di Israele”, è un’operazione che travisa, banalizza e – peggio – riscrive la simbologia europea in chiave confessionale. Un’operazione pericolosa e fuorviante. L’Europa nasce come progetto di pace e cooperazione laica, non come apparato liturgico. È stata pensata come un patto tra Stati sovrani, non come un catechismo.

Chi governa dovrebbe avere il dovere di rispettare questa visione pluralista, invece di ridurla a un quadretto votivo da appendere accanto al presepe istituzionale. In un’epoca in cui l’identità europea è messa in discussione da forze populiste e conservatrici, servirebbe una classe dirigente capace di rafforzare il senso comune europeo, non di trasformarlo in una processione da sacrestia.


Parte II – Tajani vs. Lollobrigida: chi la spara più grossa?

Nel governo Meloni sembra esserci una competizione interna silenziosa, ma feroce: chi riesce a dire la scemenza più solenne davanti a un microfono? Dopo le prodezze di Lollobrigida sull’“etnia italiana” e la creazione mitologica del “sovranismo alimentare”, è il turno di Tajani, che decide di scalare la classifica lanciandosi in una teologia da oratorio del dopoguerra.

Il blu della bandiera europea è “come il manto della Madonna”, ci dice serio il ministro degli Esteri. E le dodici stelle? “Come le tribù di Israele.” A questo punto, aspettiamo che ci informi che Bruxelles è la nuova Betlemme e che il Parlamento europeo sia “una specie di cenacolo continentale”. Magari la BCE è il monte Sinai, e Ursula von der Leyen la nuova Miriam che danza davanti al popolo europeo.

Per non perdere l’occasione, proponiamo ufficialmente il “Premio Europa Mistica 2025”, da assegnare al ministro che riuscirà a inserire il maggior numero di santi, angeli e parabole evangeliche in un discorso sull’economia agricola. La sfida è aperta: Lollobrigida ha dalla sua un’inesauribile vena da comizio contadino, Tajani quell’aria da chierichetto in trasferta diplomatica che lo rende irresistibile nei circoli del ridicolo.

E già che siamo in tema di internazionalizzazione, va ricordato che negli Stati Uniti lo chiamano affettuosamente “Tagliatella”. Non per amore della cucina italiana, ma perché la sua figura da ministro degli Esteri evoca più una trattoria di provincia che un vertice del G7. Una caricatura perfetta: tra forchettate di retorica e colate di provincialismo, la nostra diplomazia è diventata un piatto di pasta scotta condito con messaggi celesti.

Mentre l’Europa fronteggia crisi climatiche, guerre ai confini e sfide geopolitiche epocali, noi ci presentiamo con Tajani che predica la Madonna e Lollobrigida che sogna una nazione chiusa in un sacco di juta, tra spighe, santi patroni e mulini a vento. Il futuro è nebuloso, ma il grottesco è già realtà.