Zero termico a 5000 metri

Zero termico a 5000 metri

30 Giugno 2025 0 Di admin

La montagna si scioglie, ma c’è ancora chi nega l’evidenza

Giugno si chiude con un dato inquietante: lo zero termico ha raggiunto la quota record di 5000 metri. Un valore che dovrebbe essere eccezionale, e invece diventa sempre più frequente. Questo significa che anche le cime alpine più alte, dove un tempo regnava il gelo perenne, oggi stanno affrontando temperature sopra lo zero. Neve e ghiacci eterni, quei guardiani silenziosi del nostro clima, stanno scomparendo sotto i colpi del caldo anomalo.

Ma non si tratta solo di una notizia meteorologica da bar. Questo è l’ennesimo campanello d’allarme che ci lancia la crisi climatica. Lo zero termico così in alto non è un evento isolato: è il risultato di decenni di emissioni incontrollate, deforestazioni, combustibili fossili bruciati senza remore, politiche ambientali fallimentari o inesistenti.

Eppure, c’è ancora chi nega. C’è ancora chi dice che “è sempre stato così”, che “sono cicli naturali”, che “non c’è nessuna emergenza”. Questa negazione, oggi, non è più solo ignoranza: è complicità attiva in un disastro annunciato. È come discutere dell’esistenza del fuoco mentre la casa brucia.

Negare l’emergenza climatica significa voltare le spalle alla scienza, ai dati, alle comunità colpite, ai giovani che protestano, alle specie che scompaiono, ai contadini che vedono i raccolti bruciati, agli abitanti delle valli alpine che convivono con frane e alluvioni sempre più frequenti.

Serve una presa di responsabilità collettiva, ma soprattutto serve che chi ha potere – politici, aziende, media – smetta di inseguire il consenso facile e inizi a dire la verità, anche se scomoda: siamo dentro una crisi climatica senza precedenti e le nostre scelte quotidiane la alimentano o la contrastano.

Il termometro non mente. La montagna nemmeno. È tempo di ascoltare, agire e, soprattutto, smetterla di negare l’evidenza.