Dalla Lega al negazionismo umanitario

Dalla Lega al negazionismo umanitario

5 Luglio 2025 0 Di admin

e… Forza Italia e Fratelli d’Italia, muti !


C’è un limite oltre il quale non si può più parlare di “opinioni politiche” ma solo di disumanità istituzionalizzata. Quel limite è stato superato in modo indegno durante una seduta del Consiglio Regionale del Veneto, dove alcuni consiglieri della Lega hanno pronunciato frasi che definire vergognose è un eufemismo.

“Bene che gli israeliani facciano quello che devono fare”.
“Quella striscia non la vuole nessuno”.
“Le famiglie portano i figli nei luoghi da bombardare perché vengano uccisi”.

Siamo ben oltre l’insulto alla verità. Siamo nella costruzione di una propaganda che deumanizza un intero popolo per giustificare l’ingiustificabile. È negazionismo umanitario, mascherato da realpolitik, infarcito di stereotipi coloniali e razzisti. Dire che “nessuno vuole Gaza” è una dichiarazione che cancella l’identità, la storia e il diritto all’esistenza di milioni di palestinesi. Una frase che puzza di pulizia etnica mascherata da pragmatismo.

E accusare i palestinesi di usare i propri figli come scudi umani è un’aberrazione talmente oscena che dovrebbe, in qualsiasi aula istituzionale degna di questo nome, provocare una sollevazione, un’interruzione della seduta, una condanna unanime.
E invece?

👉 Silenzio.

Un silenzio colpevole, assordante, complice.
Dal resto del centrodestra, da Forza Italia e da Fratelli d’Italia, non una parola. Nessuna presa di distanza, nessuna indignazione, nessun comunicato. Come se quelle frasi fossero semplicemente parte del dibattito democratico e non invece la legittimazione di una narrazione mostruosa che giustifica bombardamenti, assedi e massacri.

E allora è giusto chiederselo: ma dov’è la destra moderata quando si supera ogni soglia etica?
Dov’è quel centrodestra che a parole si riempie la bocca di “valori europei”, di “difesa della vita”, di “diritto internazionale”? Evidentemente si gira dall’altra parte quando i suoi alleati si fanno megafono dell’apartheid e della violenza coloniale.

Non basta indignarsi a mezza bocca. Non basta dissociarsi in privato. Il silenzio, in politica, è una scelta. E quella scelta oggi grida complicità. Perché chi tace di fronte alla barbarie, la legittima. E chi resta seduto mentre si insulta un popolo martoriato da decenni, diventa parte di quella stessa oppressione.

Nel frattempo, fuori dai palazzi della Regione, la realtà continua a urlare: bambini sotto le macerie, ospedali bombardati, convogli umanitari presi di mira, profughi affamati in fuga da un inferno senza uscita.

Lo ripetiamo ancora una volta, perché in un’Italia sempre più anestetizzata alla verità, certe parole vanno dette con forza:

👉 Non in nostro nome.
👉 Non con il nostro silenzio.
👉 Non con i vostri voti.

Palestina libera. Sempre.