L’Attacco di Netanyahu all’ONU
28 Settembre 2024Un Pericolo per la Pace Globale
Il discorso di Benjamin Netanyahu davanti all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha rappresentato un momento gravissimo per la diplomazia internazionale. Definire l’ONU una “palude antisemita” non solo mina l’autorità di un’istituzione che, con tutti i suoi limiti, è il baluardo della pace mondiale, ma palesa il disprezzo di Netanyahu per il diritto internazionale.
Le sue parole evidenziano una politica di potere, cieca di fronte alle sofferenze provocate dalle sue azioni in Palestina.
Non è la prima volta che Netanyahu attacca istituzioni internazionali che criticano le sue politiche. Ma l’ONU non è un bersaglio qualunque: rappresenta l’unico forum globale dove i Paesi, grandi e piccoli, possono confrontarsi alla pari, cercando soluzioni pacifiche per i conflitti che affliggono il mondo. L’accusa di antisemitismo non può essere usata come scudo per giustificare crimini di guerra. L’occupazione illegale della Cisgiordania e i bombardamenti indiscriminati su Gaza non sono difendibili. Sono atti che violano ogni principio di giustizia e umanità.
Sotto la guida di Netanyahu, Israele ha intrapreso una strada sempre più isolata. Oltre 42mila morti a Gaza, una generazione spezzata, un odio che rischia di avvelenare il futuro della regione per decenni. La retorica del “difendersi dal terrorismo” non può giustificare l’oppressione di un popolo intero, la distruzione sistematica di case, ospedali e scuole. Netanyahu sa che la pace minaccerebbe il suo potere. Un cessate il fuoco significherebbe la fine del suo governo, e questo è inaccettabile per lui. Ma fino a quando il mondo rimarrà a guardare in silenzio?
Dobbiamo essere chiari: non è in discussione la sicurezza di Israele come nazione, ma le politiche di oppressione e violenza messe in atto in nome di questa sicurezza. Dobbiamo chiedere con forza un’azione concreta da parte della comunità internazionale, affinché Netanyahu e il suo governo ultranazionalista siano chiamati a rispondere delle loro azioni.
L’ONU può e deve essere riformato, ma è l’unico strumento che abbiamo per cercare una soluzione diplomatica ai conflitti. Chi lo attacca non vuole la pace, vuole alimentare l’odio e la divisione. Netanyahu è disposto a sacrificare il futuro di Israele e della Palestina pur di mantenere il potere, ma noi non possiamo rimanere in silenzio. Firmiamo tutti l’appello per fermare i crimini contro l’umanità in Palestina, e pretendiamo che venga rispettato il diritto internazionale.
La pace non è solo un sogno, è una necessità. Ma per realizzarla, dobbiamo avere il coraggio di denunciare le ingiustizie, ovunque si trovino.