Non è il passato che vince, ma il futuro che unisce

Non è il passato che vince, ma il futuro che unisce

27 Maggio 2025 0 Di admin

Il centrosinistra è tornato a parlare al Paese

A leggere certi commenti, verrebbe da pensare che le vittorie al primo turno a Ravenna, Genova, Bergamo, Pesaro, Pavia, Cremona e in decine di altre città siano frutto del caso, o peggio, di un’ipocrisia calcolata. E invece no. Sono il frutto concreto di un percorso politico, civile e culturale che – tra mille fatiche – ha scelto di ricostruire, non di rottamare.

Chi oggi si sente in dovere di irridere l’entusiasmo per queste vittorie, aggrappandosi al “mai con Renzi” o agli errori del passato, vive di un politicismo stanco, che ha perso il contatto con la realtà. Una realtà che invece parla chiaro: quando il centrosinistra è unito, plurale, capace di includere e non solo giudicare, vince. Vince senza ambiguità, senza nascondere le differenze, ma facendo della coesione attorno a valori comuni – giustizia sociale, diritti, ambiente, lavoro, lotta alle disuguaglianze – la propria forza.

Sì, c’è stato chi ha detto “mai più con Renzi”. E c’è chi oggi continua a non volerlo tra i propri alleati. Ma la politica non è un atto di fede immobile, è la capacità di misurarsi con il presente, di dialogare anche con chi ha idee diverse, a patto che condivida un progetto credibile. Ecco la parola magica: credibilità.

Non si è credibili perché si ha una storia immacolata

Si è credibili se si riesce a costruire alleanze vere, radicate nei territori, capaci di parlare alla vita concreta delle persone. I sindaci eletti non sono il frutto di alchimie calate dall’alto, ma di liste civiche, Pd, Verdi, sinistra, società civile, che hanno trovato una sintesi possibile. Non perfetta, certo. Ma reale. E vincente.

Chi invece preferisce l’autocelebrazione narcisistica di una purezza sterile, spesso finisce per essere spettatore del mondo che cambia. O peggio, complice di chi quel mondo lo vuole lasciare così com’è: diseguale, ingiusto, incattivito.

Guardiamo al futuro

La sinistra del futuro non è quella dei tribunali ideologici, ma quella che riconosce la complessità, valorizza le differenze e si unisce dove si può per cambiare ciò che si deve. E oggi, fortunatamente, sempre più persone se ne stanno accorgendo.

Se questo è “entusiasmo fuori luogo”, allora siamo orgogliosi di essere entusiasti. Perché non c’è niente di più di sinistra che vincere per migliorare la vita di chi sta ai margini. E per farlo serve coraggio, umiltà e – sì – anche l’intelligenza delle alleanze.