Portella della Ginestra

Portella della Ginestra

29 Aprile 2024 0 Di Andrea Friggi

Primo Maggio del 1947

Nell’incandescente panorama della Sicilia del dopoguerra, un evento tragico risuona come un grido di dolore nella storia delle lotte contadine: la strage di Portella della Ginestra. Accaduta il 1º maggio del 1947, questa strage segnò un punto di svolta nella storia del movimento contadino siciliano e nella coscienza politica dell’intera nazione.

Per comprendere appieno il contesto in cui si verificò questa tragedia, dobbiamo risalire alle radici profonde dell’oppressione socio-economica che affliggeva la Sicilia rurale nel dopoguerra. La terra, concentrata nelle mani di pochi latifondisti, era sfruttata al massimo a discapito dei contadini, costretti a vivere in condizioni di estrema povertà e miseria. Questa situazione di disuguaglianza e ingiustizia creò il terreno fertile per l’organizzazione di movimenti contadini e la diffusione di ideologie di sinistra che propugnavano la lotta per i diritti dei lavoratori e la redistribuzione delle terre.

La strage di Portella della Ginestra è stata il culmine di tensioni accumulate nel contesto delle elezioni regionali del 1947, che videro il Partito Comunista Italiano (PCI) e il Partito Socialista Italiano (PSI) schierati a difesa degli interessi dei contadini, contrapposti ai partiti conservatori e alle forze reazionarie che difendevano gli interessi dei latifondisti.

Nel giorno del 1º maggio, mentre i contadini si radunavano per celebrare la festa dei lavoratori, un gruppo di sicari armati, legati alla mafia e a interessi economici dei latifondisti, aprì il fuoco sulla folla pacifica, uccidendo undici persone e ferendone decine.

La strage di Portella della Ginestra rappresenta una tappa cruciale nella lotta di classe in Sicilia, evidenziando la brutalità con cui le élite economiche e politiche cercavano di reprimere qualsiasi forma di protesta e organizzazione popolare. Essa testimonia anche la complicità tra poteri economici, politici e mafiosi nell’opprimere il movimento contadino e soffocare le rivendicazioni di giustizia sociale.

La strage di Portella della Ginestra non può essere compresa semplicemente come un atto isolato di violenza, ma come il risultato di un sistema economico e politico ingiusto che favoriva gli interessi delle élite a discapito delle masse lavoratrici.

Essa costituisce quindi un monito contro le ingiustizie sociali e un richiamo alla necessità di una lotta costante per la costruzione di una società più equa e solidale.

Una lotta che ancora adesso, mentre festeggiamo il 1° Maggio 2024, è ancora attuale.

Una lotta che deve avere come obiettivo la rottura di quei rapporti politico/economici/mafiosi/malavitosi che, come abbiamo appreso dalle cronache locali, non sono più (da parecchi anni) confinati nella sola isola siciliana.

Buon Primo Maggio

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